Questa è casa Tua!

Iniziativa annuale 2023/2024

                                    La natura non è un posto da visitare. È casa nostra.

                                                                                                                          (Gary Snyder)

 

«Insieme è la parola chiave per costruire il futuro: è il noi che supera l’io per comprenderlo senza abbatterlo, è il patto tra le generazioni che viene ricostruito, è il bene comune che torna a essere realtà e non proclama, azione e non solo pensiero» (Instrumentum Laboris, n. 29). Il bene comune diventa bene comune globale perché abbraccia anche la cura della casa comune. Occorre un discernimento attento per cercare assieme come realizzarlo, in uno stile sinodale che valorizzi a un tempo competenza e partecipazione, che sappia essere attento alle nuove generazioni. Si apra al futuro.

                        (Roma, 24 maggio 2021 VI anniversario dell’Enciclica Laudato sì)

Nell’anno della sequela, in cui il cammino dell’ACR invita i bambini e i ragazzi a fare esperienza dell’incontro sempre nuovo e unico con il Signore, vivendo ogni passo del cammino ancorati alla Sua Parola, vogliamo entrare nell’ambiente della Riserva Naturale come sfondo e cornice di questo percorso. Poche cose al mondo possono stupire e meravigliare quanto la bellezza di laghi e fiumi, la grandezza delle montagne, tra le onde del mare, gli odori e le sensazioni di boschi e foreste. Definite “aree naturali protette”, nate come luoghi per preservare la flora e la fauna locali, le riserve naturali sono come piccoli angoli di paradiso in cui scoprire i vari ecosistemi del mondo nella loro forma originale: veri e propri musei a cielo aperto che raccontano il paesaggio, la natura e la storia di territori unici. Questi luoghi svolgono un ruolo di primaria importanza, poiché tutelano aree di grande valore naturalistico che altrimenti rischierebbero di essere deturpate dall’azione dell’uomo. La Natura nutre, disseta, scalda, offre bellezza e amore: un capolavoro che rende possibile la vita. Ha la capacità di trasformarsi e rigenerarsi anche grazie all’operato di persone, professionisti e non, che si prendono cura di lei, impegnandosi a preservare le sue fragilità e a valorizzarne la bellezza. Un luogo da osservare e custodire, un luogo in cui abitare e da promuovere nella logica del “noi”.

In questo orizzonte, nell’anno della conversione al Vangelo della vita, vogliamo accompagnare i bambini e i ragazzi a rispondere alla loro domanda di realizzazione/progetto. «Tocca a me?» è infatti la domanda che i bambini pongono quando aspettano impazienti il loro turno per mettersi in gioco. I più piccoli esplorano il mondo, l’ambiente semplicemente toccandolo. Toccare le cose con le mani stimola la curiosità e la voglia di scoprire qualcosa in più su se stessi. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di sporcarsi le mani, di accarezzare, di curare e quindi di imparare a costruire.

Tocca a me? É la domanda che risuona nei loro cuori quando si cimentano in una esperienza nuova. Tocca a me? É anche la consapevolezza che non ci sono mezze misure, tempi di attesa per diventare pienamente se stessi. Assumere questa domanda per un educatore vuol dire scommettere con sempre più convinzione sul protagonismo dei piccoli, nella consapevolezza che proporre esperienze a loro misura non significa ridurre, tagliare, semplificare, ma trovare le modalità giuste per restituire la bellezza e la pienezza di una vita spesa per ciò che è buono e bello, per tutti e per ciascuno.

Tocca a me? è la cifra delle piccole responsabilità: posso farlo anche io!

L’icona biblica che sostiene questo cammino è il Vangelo di Marco, capitolo 5 versetti 21-43. In questo brano si parla di una donna quasi senza vita (aveva delle importanti perdite di sangue), che prova a raggiungere Gesù per toccarlo, per ricevere un miracolo che possa liberarla dal suo male. «Chi ha toccato le mie vesti?». La domanda che Gesù rivolge ai discepoli e a chi lo circonda non è banale: Lui desidera che ogni persona esca dall’anonimato della folla per seguirlo lungo il cammino della vita. É una chiamata alla vita, alla quale tutti siamo invitati perché possiamo riconoscere l’unicità e l’originalità della nostra esistenza.

In mezzo alla folla ritroviamo anche il padre di una bambina in fin di vita che supplica Gesù perché possa recarsi a casa sua e guarirla. Molti provano a far capire a questo papà che ormai c’è poco da fare, invitandolo a non disturbare il Maestro. Gesù lo rassicura, lo invita ad aver fede e tende la mano, quella mano che rialza da ogni morte.

La sequela di Gesù ci porta ad entrare in contatto con una realtà segnata dalla precarietà, ma con un potenziale importante legato al desiderio di bellezza che ciascuno porta nel proprio cuore. In questo senso dobbiamo prenderci cura di ogni passaggio per dare il nostro contributo alla costruzione di comunità nelle quali ciascuno possa esprimere in pienezza la bellezza che si irradia dall’incontro personale con Gesù e dire ad ogni amico che incontra sul suo cammino: Questa è casa Tua!

Questa è casa tua!
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